Può essere più denaro, più potere, più riconoscimento, più amore: qualsiasi sia la natura dell’attrazione, significa che a livello profondo non ti senti intero così come sei.
Poi c’è la motivazione opposta, il complesso di pensieri ed emozioni legati al volere che certe cose non succedano, al volere liberarti di certe cose che ti sembra che ti impediscano di stare meglio, di essere più felice. L ‘impulso che anima questi pensieri e sentimenti è repulsione, rifiuto, odio.
La pratica della consapevolezza dei nostri pensieri e del nostro comportamento ci permette di notare quanto facciamo e restiamo prigionieri di queste due motivazioni opposte, di ciò che ci piace e che vogliamo (avidità) e di ciò che non ci ci piace e non vogliamo (avversione), al punto che tutta la nostra vita diventa un’oscillazione tra il tentativo di soddisfare i nostri desideri e quello di sfuggire alle cose per cui proviamo insoddisfazione.
Questo cammino consente ben pochi momenti di pace e felicità. Come potrebbe essere diversamente? C’è sempre una ragione di ansia. Puoi non ottenere quello che desideri. Oppure, in qualsiasi momento, puoi perdere quello che hai già. O magari puoi ottenere quello che vuoi e scoprire che dopo tutto, non era ciò che volevi veramente. Continui a sentirti incompleto.
Se non sei consapevole dell’attività della tua mente, non noti nemmeno che questo accade. Un velo di inconsapevolezza, un’antica abitudine a funzionare col pilota automatico’ continua a farti rimbalzare da una cosa all’altra, per lo più sentendoti in balia delle situazioni.
La ragione di fondo è il fatto che sei convinto che la tua felicità dipenda essenzialmente dall’ottenere quello che desideri.
Questo processo consuma molta della nostra energia e ci impedisce di renderci conto che è possibile trovare un centro di armonia in noi stessi, anche in mezzo all’intera catastrofe dei nostri timori e della nostra ansia.
Che tu soffra di ansia o meno, il solo modo per liberarti dalla tirannia dei tuoi pensieri è guardarli per quello che sono e cogliere i semi, a volte sottili, ma spesso neppure tanto sottili, di avversione o di desiderio che contengono.
Quando riuscirai a distaccarti e a vedere che tu non sei né i tuoi pensieri né le tue emozioni, che non sei distretto a crederci e tanto meno ad agire di conseguenza, quando riuscirai a vedere chiaramente che molti dei tuoi pensieri sono fantasie piene di giudizi e di avidità, avrai trovato la chiave per capire le tue paure e la tua ansia.
Nello stesso tempo avrai trovato la chiave per mantenere l’equilibrio. Paura, panico e ansia non saranno più, allora, dei demoni incontrollabili. Li vedrai invece come stati mentali naturali, che puoi accettare e con cui puoi lavorare come con qualsiasi altro stato mentale.
A quel punto ti accorgerai con meraviglia che i demoni non ti perseguivano più tanto. Magari non si fanno più vedere per lunghi periodi. Ti chiederai dove siano finiti e perfino se siano mai esistiti. Di quando in quando vedrai ancora, levarsi un po’ di fumo, tanto per ricordarti che il drago è ancora nella tana e che la paura è una componente naturale del vivere, ma non una cosa da temere.
(Jon Kabat – Zinn)