Numerose ricerche suggeriscono come la Mindfulness intesa come “consapevolezza che emerge attraverso il prestare attenzione, momento per momento, nel qui e ora, intenzionalmente e in modo non giudicante”, possa essere un valido aiuto nel trattamento dei disturbi alimentari.
Le persone che soffrono di disturbi alimentari presentano difficoltà specifiche nel rapporto con il cibo e con il proprio corpo tali da compromettere la qualità della loro vita.
La consapevolezza del mangiare è in grado di portare equilibrio e ordine nella propria alimentazione orientando versi scelte alimentari più consapevoli e salutari.
La pratica di mindfulness richiede di porre una piena attenzione alle emozioni, ai pensieri, alle sensazioni fisiche che caratterizzano la propria esperienza, senza tentare di reprimerle; significa pertanto essere aperti a ciò che accade.
Maggiore è l’attenzione, la consapevolezza e l’accettazione verso le proprie esperienze, maggiore sembra essere la capacità di sviluppare strategie adeguate di soluzione del disagio e della sofferenza (Katterman et al., 2013). La consapevolezza ha proprio a che fare con la conoscenza di se stessi, con la capacità di riconoscere i segnali del proprio corpo e dare un nome alle emozioni che si provano.
Nella sua accezione più ampia la mindfulness viene tradotta semplicemente come focalizzare la mente su qualcosa come ad es. il respiro, essere consapevoli ed osservare ciò che sta accadendo, ad es. il fatto di essere stanchi; tale abilità di concentrare la mente è fondamentale per decidere quale comportamento adottare, ed essenziale per il raggiungimento degli obiettivi desiderati e per abbandonare un comportamento alimentare disordinato e poco salutare.
Le persone spesso non sono consapevoli del legame che c’è tra emozioni e comportamento alimentare e di quali siano le emozioni che innescano pattern alimentari disfunzionali. La reazione di ricorrere al cibo in risposta alla disregolazione emotiva è percepita spesso come automatica ed impulsiva, la consapevolezza permette di rompere quel collegamento automatico tra emozioni e alimentazione disfunzionale e di regolare le emozioni in maniera funzionale.
Le persone che hanno sviluppato un atteggiamento mindful sono in grado di provare emozioni senza giudicarle o senza rispondere ad esse con modalità disfunzionali che spesso generano sofferenza. La capacità di dirigere intenzionalmente la consapevolezza è un abilità che chiunque è in grado di sviluppare ma richiede pazienza, impegno, tempo ed un allenamento costante.
Sul piano alimentare tutto questo significa partecipare momento per momento con consapevolezza all’esperienza del mangiare, significa stare nel momento presente, prestando una piena attenzione al cibo, alle sensazioni interne ed esterne.
Mangiare con consapevolezza – mindful eating significa portare l’attenzione nei confronti di ciò che viene mangiato e all’ effetto che esso produce su di noi, ad esempio si può provare a prestare attenzione al cibo e al sapore che ha mentre lo mangiamo, guardare cosa c’è nel piatto, osservare la forma del cibo, i colori, il profumo, com’è il sapore se piacevole o spiacevole, se siamo soddisfatti, osservare come ci sentiamo dopo aver mangiato e cosa pensiamo, com’è il nostro livello di energia.
Intraprendere un percorso basato sulla mindfulness per imparare a gestire problematiche alimentari, significa adottare un cambiamento di prospettiva, focalizzandosi sul come mangio piuttosto che sul cosa, cercando di essere maggiormente consapevoli dei meccanismi automatici del nostro modo di alimentarci al fine di cambiare in modo duraturo le proprie abitudini alimentari e il rapporto con il cibo.
Se desideri partecipare a un Percorso individuale di Mindful Eating (Qui maggiori informazioni sul Percorso).
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Dott.ssa Sophie Liberatore Cell: 340 0301823 / mindfulnesspertutti@gmail.com
Istruttore Mindfulness
qualificata Mindfulness e protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction)
Professional Life Coach CARE
con diploma riconosciuto da AICP e ICF